Chi conosce Siena o chi
almeno l'ha visitata si sarà subito reso conto di due segni
caratteristici di questa città: il continuo saliscendi delle sue
strade e la mancanza di un fiume che l'attraversi o che quantomeno le
passi vicino. Siena infatti, sorge su di un colle in mezzo alla
campagna e senza un corso d'acqua, almeno in apparenza, tanto da
essere ricordata come la Siena assetata e dissestata. Pur senza corsi
d'acqua la città è stata attraversata da un altro “fiume”,
soprattutto in epoca medioevale, quando moltissimi pellegrini
raggiungevano Roma attraverso la via Francigena: direttrice costruita
dopo l'anno 1000 ed in grado di connettere la città dei Papi con il
Nord Europa. Ecco allora che anche Siena trovò il suo fiume, non
fatto di acqua ma di persone, popoli e idee. Le sole persone che
attraversavano Siena e le loro ricchezze non bastavano più alla
città, che sentiva crescere sempre di più il disperato bisogno di
acqua per competere economicamente con la storica rivale guelfa:
Firenze. Firenze, a dispetto di Siena, ricalca alla perfezione il
modello classico di una grande città europea, dalla pianta urbana
realizzata su di una pianura alluvionale e con il lento ma vitale
fiume Arno, con il quale girava gran parte dell'economia della città.
Tanto per fare un esempio produrre la lana a Siena costava molto di
più che a Firenze: infatti i poveri lanaioli senesi erano costretti
a portare i loro panni a lavorare nei mulini fuori città, con un
conseguente dispendio di denaro. Cosa che ovviamente, vista la
presenza del fiume Arno, non accadeva a Firenze. Intorno al 1250,
periodo di massima espansione per Siena, la necessità di un
approvvigionamento idrico si fece sempre più impellente. Inoltre per
i governanti la sfida di portare l'acqua a Siena, dava loro la
possibilità di poter espandere la città e di essere in grado, con
mezzi propri e innovativi, di provvedere da soli alle proprie risorse
primarie.
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