
Capita spesso,
soprattutto in Italia, di camminare sopra a delle vere e proprie
opere d'arte e non rendersene conto. Questo è quello che ho pensato
quando sono venuto a conoscenza della presenza, a Siena, di una fitta
ed antichissima rete di cunicoli sotterranei che corrono in lungo e
in largo al disotto della città, con funzione di acquedotto: "i bottini” di Siena, così sono stati denominati dai cittadini
senesi. Essi sono un intimo patrimonio della città e come tale è
gelosamente salvaguardato, non solo dal deterioramento del tempo ma
anche dai curiosi. A dire il vero di curiosi ce ne sono ben pochi, merito delle associazioni che tutelano questo incredibile patrimonio
ma anche per lo scarso interesse di turisti e di una buona parte di
senesi, sicuramente più interessati a tutto ciò che sta sopra
rispetto a quello che sta sotto. Nonostante si parli poco
dell'acquedotto sotterraneo di Siena, queste buie gallerie sono
intrise di innumerevoli leggende, che si tramandano da secoli, e di un
alone di mistero in grado di rendere estremamente affascinante questo
mondo sotterraneo. Scendere sotto terra per entrare nei bottini non
è solo un viaggio dentro il ventre scuro di Siena, ma un vero e
proprio viaggio nella storia della città. Calpestare il fondo dei
bottini, respirando l'aria umida al sentore di roccia è l'unico modo
per vivere e capire una parte importante della Città di Siena.
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