Secondo
alcune cronache del trecento, nel 1176 i frati del Conventodel Carmine
avrebbero scavato nei pressi di Castelvecchio, riuscendo a trovare
una ricca vena d'acqua che avrebbe legittimato ulteriori ricerche. I
fraticelli, grazie alla loro opera di escavazione, didedero il via ad
un lavoro mastodontico che salvò Siena dalla siccità. Basti pensare
che il pozzo scavato dai Carmelitani e conosciuto come il pozzo della
Diana, stando alle cronache del tempo, era profondo più di 40 metri.
I lavori iniziarono appena in città si diffuse la voce della
presenza di una ricca vena d'acqua proprio sotto i lori piedi. I
frati non se lo fecero ripetere due volte e vista la loro penuria
d'acqua, iniziarono subito le opere di scavo arrivando a raggiungere
le 80 braccia di profondità, ma già a 60 braccia il pozzo dette i
primi segni di presenza di acqua. A quel punto i frati entusiasti
della loro scoperta, realizzarono un attraversamento fino a via di
Maremma e da li scavarono per altre 6 braccia riuscendo a trovare la
vena tanto desiderata. Le cronache raccontano che il giorno seguente
nel pozzo della Diana, i frati trovarono una grande quantità di
acqua e dal sapore buonissimo.
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