
Passeggiare per le strade
medievale di Siena osservndo le meraviglie archittettoniche e artistiche che
offre la città, non è tutto. Sotto le vie di Siena si nasconde un mondo segreto
e affascinante, nascosto dalla luce del sole, che può essere solo immaginato
soffermandosi davanti ad una delle tante fonti sparse per la città. Se passate
da Piazza del Campo, non potete non notare la cristallina acqua che zampilla
dalla fonte progettata da Jacopo della
Quercia, Fonte Gaia, ma non riuscirete mai ad immaginare che sotto di essa si
nasconde un dedalo di cunicoli vecchi migliaia di anni, in grado di rifornire
d'acqua le fontane e
i pozzi di tutta
Siena. Un reticolo scavato in quello che
molti senesi chiamano volgarmente tufo, che impressionò perfino Carlo V,
facendogli affermare dopo una passeggiata nei
bottini, che Siena era più bella
sotto che sopra. Le prime fonti furono realizzate tra il XI e il XII secolo,
per dare risposta alla crescente domanda di acqua di una città in piena
espansione, numerosa e sempre più esigente. Alcune fonti furono realizzate, a
causa della carenza di spazio, fuori dalle cinte murarie della città, ma
successivamente inglobate da altre cerchie di mura più esterne, grazie alla
rapida espansione di
Siena. Queste fonti, sono ben diverse sia da quelle greche
che da quelle romane, dato che erano utilizzate per molteplici scopi e quindi
si caratterizzavano per la loro essenziale funzionalità. Le fonti erano di
solito suddivise in tre vasche di raccolta, poste ad altezze differenti: quella
in alto riceveva l'acqua nuova, utilizzata per bere e cucinare, che usciva
direttamente dal muro, la seconda si alimentava del trabocco della prima ed era
adibita ad abbeverare gli animali e nella terza si potevano lavare i panni senza
rischiare di contaminare le altre. Con il supero dell'ultima vasca si potevano
irrogare i campi. Col tempo molte di queste fonti furono coperte con delle
volte al fine di proteggere l'acqua raccolte da intemperie, animali e sporcizie
che gli abitanti del tempo erano soliti gettare giù dalle scarpate. Su alcune
di esse si possono addirittura trovare delle merlature che le resero delle vere
e proprie fortificazioni avanzate, dette bicocche, ovvero gli antiporti della
città.
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