lunedì 13 aprile 2015

Le fonti di Siena

Passeggiare per le strade medievale di Siena osservndo le meraviglie archittettoniche e artistiche che offre la città, non è tutto. Sotto le vie di Siena si nasconde un mondo segreto e affascinante, nascosto dalla luce del sole, che può essere solo immaginato soffermandosi davanti ad una delle tante fonti sparse per la città. Se passate da Piazza del Campo, non potete non notare la cristallina acqua che zampilla dalla fonte  progettata da Jacopo della Quercia, Fonte Gaia, ma non riuscirete mai ad immaginare che sotto di essa si nasconde un dedalo di cunicoli vecchi migliaia di anni, in grado di rifornire d'acqua le fontane e i pozzi di tutta Siena. Un reticolo scavato in quello che molti senesi chiamano volgarmente tufo, che impressionò perfino Carlo V, facendogli affermare dopo una passeggiata nei bottini, che Siena era più bella sotto che sopra. Le prime fonti furono realizzate tra il XI e il XII secolo, per dare risposta alla crescente domanda di acqua di una città in piena espansione, numerosa e sempre più esigente. Alcune fonti furono realizzate, a causa della carenza di spazio, fuori dalle cinte murarie della città, ma successivamente inglobate da altre cerchie di mura più esterne, grazie alla rapida espansione di Siena. Queste fonti, sono ben diverse sia da quelle greche che da quelle romane, dato che erano utilizzate per molteplici scopi e quindi si caratterizzavano per la loro essenziale funzionalità. Le fonti erano di solito suddivise in tre vasche di raccolta, poste ad altezze differenti: quella in alto riceveva l'acqua nuova, utilizzata per bere e cucinare, che usciva direttamente dal muro, la seconda si alimentava del trabocco della prima ed era adibita ad abbeverare gli animali e nella terza si potevano lavare i panni senza rischiare di contaminare le altre. Con il supero dell'ultima vasca si potevano irrogare i campi. Col tempo molte di queste fonti furono coperte con delle volte al fine di proteggere l'acqua raccolte da intemperie, animali e sporcizie che gli abitanti del tempo erano soliti gettare giù dalle scarpate. Su alcune di esse si possono addirittura trovare delle merlature che le resero delle vere e proprie fortificazioni avanzate, dette bicocche, ovvero gli antiporti della città.

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