giovedì 2 aprile 2015

Operai dell'acqua

Nel medievo la vita era molto diversa da come la intendiamo oggi. Per fare un esempio, le città erano spesso sotto assedio e il rischio di invasioni era molto alto. Nel 1200 gli attacchi alle strutture idriche rappresentavano una valida strategia di attacco per indebolire e successivamente provare a conquistare una città. I punti di approvigionamento idrico erano considerati militarmente strategici e per questo difesi in maniera spasmodica. Nella città di Siena si prestò fin da subito molta attenzione alla vigilanza delle fonti e agli accessi ai bottini, sia in tempi di pace che in tempi di guerra, con vere e proprie guarnigioni di soldati atte ad evitare incursioni indesiderate in città. I tentativi storici di penetrare dentro Siena attraverso i bottini, furono due: il primo fu sventato per un vero colpo di fortuna nel 1554 quando i soldati di Carlo V cercarono di assediare la città, mentre in tempi assai più recenti, nell'estate del 1944, i partigiani del CLN locale, progettarono di liberare Siena dall'occupazione tedesca, con una insurrezione che poi non raggiunse il suo scopo. Oltre ai militari la città di Siena, vantò anche un prestigioso gruppo di tecnici chiamati operai dell'acqua, uomini profumatamente pagati dal comune per sorvegliare le fonti, i bottini e per far rispettare le leggi riguardanti la protezione dell'acqua. Uno tra i più famosi "operai dell'acqua" fu sicuramente Mariano di Jacopo detto il Taccola, capostipite dell'idraulica moderna.

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