domenica 8 febbraio 2015

Pozzo della Diana e la sua storia

Il pozzo della Diana, gioia e tormento dei frati Carmelitani e speranza di approvigionamento idrico per la città, visse glorie alterne. Infatti, dopo le cure amorevoli dei frati Carmelitani, il pozzo cambierà padroni e dopo secoli di attenzioni e manutenzioni, i frati furono costretti a  lasciare il convento per effetto delle leggi napoleoniche tra il 1808 e 1810, potendo tornare solo durante la restaurazione, per poi essere successivamente allontanati nel 1861, quando il convento fu convertito in caserma. Nel corso del 1800 alcune misurazioni effettuate dai corpi militari, stanziati a Siena, descrivevano il pozzo della Diana come un pozzo profondo 45 metri, almeno così si raccontava in una lettera al Sindaco di Siena nel 1882 dal 55° reggimento. Nel 1887 a seguito delle operazioni di spurgo del pozzo, eseguito dal genio militare, al Sindaco fu inviata una missiva dal tecnico Barsotti, incaricato dal comune per seguire i lavori, dalla quale si possono estrarre interessanti informazioni: pozzo a gola rettangolare in muratura, di forma circolare e scavato nel tufo per una profondità esatta di 48 metri e 70 cm. Il pozzo è praticamente asciutto per i primi 40 metri di profondità, da qui in poi e per i successivi 8 metri le pareti del pozzo trasudano acqua. A 5 metri dal parapetto del pozzo parte un piccola galleria in direzione nord, che porta tramite una scala al convento dei frati. Quando i militari lasciarono il convento e durante la ristrutturazione per convertire l'edificio a sede universitaria, il pozzo fu riempito con materiali di risulta.

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