Convento
realizzato alla fine del XIII secolo a ridosso della parte più
antica e più alta della città di Siena, conosciuta anche come il
rione di Castelsenio.
L’edificio, fin dall’origine, è stato utilizzato come convento
dei Frati Carmelitani Scalzi, un ordine mendicante sorto pochi anni
prima in Terra Santa. Nel corso di oltre sette secoli l’edificio è
stato sempre abitato dai Frati Carmelitani Scalzi ad eccezione di
alcune parentesi storiche, allorquando, prima il Granducato di
Toscana, poi Napoleone Bonaparte ed in seguito il neo costituito
Regno di Italia nel 1860 hanno
sottratto
la proprietà ai Frati. Ogni volta, a seguito di tali soppressioni
statali, i Padri hanno riacquistato il convento per poter continuare
a svolgervi l’attività religiosa. Accanto al convento vi è la
chiesa
di San Niccolò del XII secolo.
L’edificio, nel suo complesso, ha mantenuto la stessa
impostazione
architettonica originaria e, anche al suo interno, vi sono
testimonianze dirette di tale impostazione. Nello spazio aperto posto
nel retro del convento, è stata ritrovata l’entrata del famoso
“pozzo della Diana”.
Si
tratta di un pozzo molto profondo e molto antico il cui scavo è
stato avviato già nel XII secolo dagli allora abitanti della zona
per tentare di trovare l’acqua del mitico fiume della Diana. La
ricerca spasmodica dell’acqua è stata una delle fissazioni
principali dei senesi nel periodo medievale. In effetti la scarsa
disponibilità di questa risorsa ha fortemente condizionato anche i
destini storici della città ed è per questo che il Comune di Siena
ed i suoi cittadini hanno ricercato questa preziosa risorsa nel corso
dei secoli. Senza più alcun dubbio gli storici hanno individuato in
tale scavo il pozzo che doveva portare ad attingere acqua dal mitico
fiume sotterraneo della Diana. Non a caso, la via dove apre i suoi
battenti “il Chiostro del Carmine” si chiama Via della Diana.
Le
cronache del Trecento (in particolare quelle di Agnolo di Tura del
Grasso e del Bisdomini) pongono tra il 1157 e il 1174 l’escavazione
del pozzo della Diana nell’orto del convento dei Carmelitani,
suffragando la presenza dei frati in questa zona della città nella
metà del XII secolo.
La
datazione è però da rivedere perché lo scavo del pozzo
della Diana fu
portato a conclusione nel primo trentennio del XIV secolo, come
attesta una delibera del Consiglio Generale che destinava una somma
di denaro a favore dei frati del Carmine "per convertire nel
uopera, fazzione et spedizione" d’un loro pozzo, già
cominciato a scavare